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Salute e benessere

Si può dire hamburger anche se è vegetale?

Ecco un ottimo, sano, colorato, gustosissimo vegburger. Che comunque… si può chiamare lo stesso hamburger!

Questo articolo è stato pubblicato su un giornale, ricordiamo che la lunghezza e i contenuti devono rispettare alcuni parametri.

Hambueger e vegburger . Articolo pubblicato sul giornale Gazzetta Matin del 9 Novembre 2020.

Il Parlamento europeo dichiara il suo verdetto: anche se vegano, un hamburger vegetale e non di carne, può essere definito HAMburger.

Rientra a pieno diritto la dicitura di hamburger anche per il prodotto surrogato che con la carne non ha nulla a che fare. Come sempre, le lobby delle carni hanno la meglio.   

Che si tratti di moda, sostenibilità o benessere, il mondo del veg galoppa verso ingenti fette di mercato che i brand, che hanno costruito imperi sulla macellazione, non possono ignorare. E per avvicinare i consumatori odierni più sensibili alla propria salute e alle tematiche di sostenibilità ambientale, poter mantenere quelle denominazioni già familiari per tutti può essere vantaggioso. In effetti, se la semantica non è una opinione, termini come cotoletta di tofu, hamburger di ceci o bistecca di seitan, sarebbero un vero controsenso. Ma non per il Parlamento europeo che ne benedice l’uso per l’intera industria alimentare. Argomento chiuso.

E’ il Parlamento europeo che concede la dicitura di HAMburger anche per un prodotto vegetariano o vegano che con la carne non ha nulla a che fare.

E chi se ne importa se a Strasburgo, l’anno scorso, viene stabilito che i prodotti vegetali non possono assumere denominazione attribuita agli alimenti a base di carne. E chi se ne importa se la Francia, già dal 2018, dichiara questa denominazione illegittima e vieta la definizione di polpette e cotolette per prodotti vegetali con multe e sanzioni di almeno 300.000 euro per le case produttrici.

Ecco un altro gustoso e succulento hamburger. E si.. vegetale o animale, per il Parlamento europeo sembra essere la stessa cosa perchè permette di chiamarli entrambi con lo stesso termine: hamburger!

Se le cose stanno così, meglio abituarsi a leggere bene le etichette. D’altronde se il mercato dei consumi delle carni decresce lentamente, quello del vegetale sale vertiginosamente (oltre il 260% solo negli ultimi mesi) e i colossi di polli e manzi, si adattano e spingono per assolvere la richiesta delle nuove esigenze dei consumatori. Il veg-food occupa oggi in Europa una fetta di mercato del 39%, e questo è solo l’inizio.   

Il mercato alimentare vegetale, è cresciuto quasi del 300% in meno di un anno e il veg-food occupa il 39% del mercato in Europa!

Una semantica fuorviante per il consumatore anche sul latte

Basta andare al supermercato per scoprire che un veg-burger può costare ben oltre il doppio del più economico hamburger di carne. E oltre alle carni, il veg-world coinvolge una vasta serie di prodotti a base di “latti” vegetali. Anche qui, ci sarebbe da specificare che il latte è definito dalla Legge come un prodotto ottenuto dalla mungitura di un animale, già nutrizionalmente completo e ricco di calcio. Dall’avvento dei primi prodotti a base di soia, definiti impropriamente latti vegetali, si specifica che si tratta di bevande a base di soia, avena, riso, o altro, molto diluiti in semplice acqua e addizionati poi di calcio e altre vitamine o grassi omega 3 ed altro, per minimizzare le differenze di natura e fornire di fatto, al consumatore, un prodotto costruito su misura. Sono sempre molto onerosi rispetto al latte tradizionale. Il margine di guadagno lo si può solo immaginare.   

Un vero burger vegetale, come preferiamo definirlo, accompagnato da verdure fresche.

Che si tratti di inganno o meno, il Parlamento ha espresso il suo parere che però non è vincolante. Ogni singolo Stato può decidere in autonomia. E quindi, tutto questo polverone per che cosa? Vegani o carnivori che sia, abituiamoci e sottometterci al volere supremo che vuole farci trovare salami e mortadelle vegetali sui banchi del super che però devono dichiarare in etichetta l’assenza di carne.

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