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Ambiente e sostenibilità

Le industrie che inquinano, pagano. Ma non basta.

Secondo la Legislazione ambientale, chi produce paga per la perturbazione all’ambiente. Si parla di industria e si applica il principio di precauzione. E ci sono la Legislazione europea e quella italiana per tutelate la salute di cittadini e ambiente. Per essere certi che le aziende rispettino le regole, da oltre 20 anni si può usare l’approccio C&C (Comand and Control). Si forniscono i limiti di Legge all’azienda e la si monitora mediante processi lineari di controllo. Oppure oggi l’intervento è più diretto: canone e tasse sulle emissioni. Io (azienda) produco e se emetto troppa CO2 pago di più. L’approccio C&C non piace più con le sanzioni di tipo penale, invece, quella pecuniaria trasforma la sanzione in denaro da pagare. Quello alle industrie non manca. Si tratta di sanzioni amministrative tipo una multa da pagare e il problema è risolto. Almeno per l’azienda che assume un ruolo passivo e non è stimolata a migliorare le sue strutture per una migliore efficienza.

Ora però, si mira ad uno sviluppo sostenibile. Ogni attività antropica (dell’uomo) ha un effetto sul sistema ecologico. Le attività produttive non possono avere emissione 0 ma l’approccio integrato moderno riguarda strumenti gestionali per la tutela dell’ambiente. Si rivede parte dalla costruzione dell’impianto e dalla sua tecnologia e ci si pone delle domande. Si può evitare di usare quella sostanza? Si riesce a recuperare le acque nelle galvaniche? Se lavo il metallo con un detergente, poi l’acqua di lavaggio trattiene l’inquinante? In effetti, l’acqua viene poi trattata come un rifiuto anche se alcune aziende sono felici di recuperarla e quel costo viene investito in altro. Spesso sono le grandi aziende, quelle che se lo possono permettere, ad avere nuove tecnologie per il rispetto dell’ambiente. Il problema sono le piccole industrie minori, o quelle nei Paesi meno abbienti a creare il danno maggiore.

Solo dall’incidente di Seveso del 1976 in cui una azienda che produceva fertilizzanti esplose generando una nube tossica di diossina, nacque la normativa sugli incidenti ambientali. Il TUA (Testo Unico Ambientale) vuole salvaguardare l’ambiente con la garanzia di tutti gli enti pubblici e dei privati. Chi inquina paga. Ma mancano le normative sul rumore, sui campi elettromagnetici e la radioprotezione, sull’inquinamento luminoso.

Anche seduti su una sedia si perturba l’ambiente, il pc è acceso, anche il riscaldamento, le luci sono accese, la corrente refrigera il frigo, il cellulare è in carica, per esempio. Qualsiasi attività consuma risorse e genera scarti e a preoccupare e doversi interessare di nuovi metodi sostenibili devono essere sia l’industria che l’uomo.

ACQUE. Si effettua il campionamento degli scarichi per verificare il rispetto del limite di Legge. Ci sono tre tipi di autorizzazioni ambientali, ambito AIA, AUA o in ambito di gestione rifiuti, ognuna ha prescrizioni specifiche per monitoraggi che l’azienda deve fare internamente, che fa il gestore sul proprio scarico. L’autorità competente può fare un controllo in contradditorio per verificare che i dati dichiarati dall’azienda siano veri. Si comparano poi i dati ottenuti con le stesse modalità.

Ma quando si trova uno scarico abusivo nessuno se ne assume la responsabilità. Parte così una indagine preliminare, si cerca una rete di fognature comunali e si indaga su aziende e allevamenti limitrofi.

Ma le analisi costano e di solito si campiona quando c’è un’esigenza, un problema da risolvere. Il campionamento istantaneo si effettua solo in situazioni di incidente o emergenza, se ci sono sversamenti accidentali o scarichi improvvisi.  

SUOLO. È la parte superficiale della crosta terrestre. Subisce alterazioni di tipo chimico, fisico e biologico. È una matrice complessa fatta da tre fasi: quella solida con parte organica e inorganica, quella liquida fatta di acqua e pori e la fase gassosa data da aria e gas che possono essere fonte di contaminazione per la matrice stessa. Il monitoraggio avviene tramite stazioni pedologiche. La sua stratificazione si divide in Orizzonti piano paralleli. Il primo orizzonte è quello più superficiale, nella seconda fascia ci sono gli inquinanti, dal terzo orizzonte spesso non vi è alterazione da attività antropica (dell’uomo) e infine sotto c’è lo strato roccioso naturale. I suoli sono diversi in base alle caratteristiche chimiche, fisiche e idrogeologiche. Le bonifiche decontaminano le aree dagli inquinanti dell’attività antropica. Se non è possibile eliminare tutto, almeno si deve scendere sotto i limiti di Legge e fare analisi sull’impatto ambientale. Siti tipici da bonificare possono essere aree industriali dismesse, siti con stoccaggi di serbatoio interrati di carburate, sversamenti accidentali o aree di rifiuti abbandonati.

Si studia un Piano di caratterizzazione dove si indaga il sito per inquadrare il livello di contaminazione. Poi si procede con l’analisi del rischio che è uno studio complesso che tiene conto delle caratteristiche del sito e di come i contaminanti si possono muovere nell’ambiente. Le contaminazioni più presenti sono date da idrocarburi e metalli pesanti.

ATMOSFERA. Un impianto è un insieme di dispositivi che producono. Uno stabilimento (o una installazione) è un insieme di impianti. Le sostanze immesse che vengono prodotte sono degli inquinanti definiti come sostanze presenti in atm che producono effetti misurabili e che possono provocare danni alla salute. Un contaminante dell’aria è una sostanza presente in atmosfera che altera il sistema naturale. Le industrie e l’uomo contribuiscono in modo diverso a contaminare allo stesso modo e le industrie non sono la sola causa. Anche la CO2 emessa dal camino di una abitazione è un contaminante ambientale che si ripercuote su tutto il sistema, e anche sulla salute umana stessa.

Gli inquinanti atmosferici sono definiti primari, se emessi direttamente in atmosfera senza subire modificazioni. Quelli secondari, si formano in atmosfera a seguito di interazioni con altri atomi o molecole. La formazione dell’ozono avviene perchè la radiazione UV (ultravioletta del sole) colpisce l’ossigeno nell’aria. I microinquinanti sono molto tossici per gli esseri viventi e persistenti nell’ambiente, a danno di tutti.

Sia i grossi incendi ambientali che i piccoli roghi appiccati nel terreno vicino a casa per liberarsi degli scarti fogliari organici o inorganici, rappresentano sempre un grave danno ambientale per le innumerevoli sostanze chimiche tossiche rilasciate nell’aria. Entrano in circolo nei delicati equilibri terrestri e danneggiano tutti gli ecosistemi. Ogni materiale ha la sua temperatura di combustione e va trattata in un modo specifico e diverso da un altro materiale. A temperature controllate, sotto i 300 gradi le diossine non si formano ma i fuochi appiccati hanno gradi molto più elevati.

La nostra atmosfera è autopulente ma solo fino a certe concentrazioni e fuori dai livelli di saturazione. Se piove, i contaminanti e le polveri sottili cambiano stato ma persistono nell’ambiente. Anche la sabbia e il polline sono inquinanti ma sono gli allevamenti intensivi e i nitrati ad essere il problema più grande.

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