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COVID-19 – Coronavirus: il virus cinese

COVID-19 – Coronavirus: il virus cinese. Pubblicato su Gazzetta Matin il 27 Gennaio 2020. (Prima parte. La seconda parte prosegue sotto).

Il Coronavirus è un agente patogeno molto virulento. Un virus la cui rapidità di mutazione rappresenta un ostacolo per la ricerca e le terapie per debellarlo. Al momento non vi è cura.

Il 31 dicembre 2019 la Commissione Sanitaria di Wuhan segnala all’OMS un cluster di casi di polmonite ad eziologia sconosciuta. Il focolaio sembra essere il mercato del pesce di Huanan in Cina. Il 9 gennaio si identifica un Coronavirus fino ad oggi sconosciuto (2019-nCoV).

La Cina è in quarantena. I contagiati sono quasi un migliaio, decine i decessi. Ma la situazione evolve ogni ora. Anche i ricercatori americani del Texas cercano un vaccino. Hanno già lavorato su SARS, MERS ed ebola. Il coronavirus è geneticamente correlato a quello della SARS, mutazioni a parte. Il 21 gennaio 2020, il primo caso confermato negli USA.  

Si tratta di un virione infettivo di forma sferica con diametro di 80-220 nm. Il suo genoma è una grande molecola di acido nucleico, un RNA lineare a singolo filamento che misura 27-32 kb (il nostro acido nucleico cellulare è invece il DNA a doppia elica). Ha una struttura protettiva che varia di continuo così come le sue altre caratteristiche fra gruppo, specie o ceppo.

I Coronavirus hanno un RNA articolato con elevata frequenza di ricombinazione. Questo significa una alta variabilità genetica, cioè, il genoma del virus subisce mutazioni di sequenza. Il nostro DNA tende ad essere conservativo e la presenza di mutazioni, oltre a generare variabilità, viene spesso riparata per preservare il genoma.

Gli ostacoli sono le mutazioni del virus che ha acquisito la capacità di infettare l’uomo. Studi epidemiologici molecolari mostrano due salti di specie: dai pipistrelli ad animali selvatici o allevati (zibetto) per il consumo alimentare cinese, per contagiare poi l’uomo partendo da addetti a macellazione e ristorazione.

COVID-19 – Coronavirus: il virus cinese. Pubblicato su Gazzetta Matin il 27 Gennaio 2020. (Seconda parte).

Il ciclo di replicazione virale è di 24 ore, lungo rispetto a virus più piccoli dell’influenza che tardano 6-8 ore. Il periodo di incubazione, cioè il tempo fra il contagio e i sintomi, è di 14 giorni.

Il contagio avviene da un paziente infetto sia per diffusione aerea sia per contatto diretto fra le persone ma anche indiretto tramite oggetti, maniglie ed altro.

Fra le mutazioni casuali ci sono quelle puntiformi che avvengono in un solo punto del genoma, ci sono piccole delezioni in cui piccole parti del genoma vengono tagliate via e perse e ci sono inserzioni in cui il genoma viene integrato da aggiunte di materiale genetico. La modifica del genoma può generare differenze in tutte le caratteristiche del virus, modalità di contagio, velocità di incubazione, di replicazione e altro generando situazioni più gravi o meno gravi. La SARS, grave infezione respiratoria che nel 2002 generò una epidemia di polmonite nel Guangdong (Cina) richiese 4 settimane per identificare il patogeno sconosciuto di SARS-Coronavirus. In 6 mesi si registrarono 8096 contagi e 774 decessi.

Al momento non esistono vaccini ne terapia farmacologiche efficaci. Si trattano i sintomi con medicine di supporto. La prevenzione è l’arma più efficace secondo i protocolli per bloccare le vie di trasmissione delle malattie infettive conosciute. Mantenere un elevato livello di igiene. Lavare spesso le mani, in modo accurato con saponi o soluzioni alcoliche. Se si deve tossire o starnutire, proteggere la diffusione aerea mediante mano e fazzoletto usa e getta di contenimento e buttarlo in contenitore o sacchetto di plastica chiuso e lavare bene le mani.

Non sono stati identificati casi in Italia che impongano queste attenzioni. Quando anche aerei provenienti dalla Cina arrivassero in Italia, il Ministero della Salute ha disposto corridoi di transito per i passeggeri atterrati che vengono sottoposti a controlli termici. Si attraversa un canale sanitario di contenimento per il controllo della temperatura corporea mediante scanner che possa rilevare febbre e infiammazioni. È richiesta anche la compilazione di una scheda che indichi destinazione e percorso dei passeggeri sbarcati in modo che la rete sia monitorata e l’eventuale intervento sia rapido, efficace e contenitivo.    

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